Gli ultimi saranno i primi
La quarta serata di Sanremo 2018
Il venerdì di Sanremo storicamente è la serata dedicata alle Nuove Proposte, ma è anche, inutile negarlo, la serata in cui finalmente vediamo la luce in fondo al tunnel. Finalmente sta per arrivare la finale.
Nuove Proposte, ovvero gli ultimi saranno i primi
Avevamo scommesso su Mudimbi: canzone simpatica, orecchiabile, un po’ in stile Gabbani che piace tanto ai giovani, ma non è bastato. E Mudimbi è arrivato terzo.
Avevamo notato Mirkoeilcane, per il testo tanto incisivo e potente. Non ci aveva convinto l’esibizione, vuoi per l’arrangiamento, vuoi per l’interpretazione. Infatti non ha vinto. Mirkoeilcane è arrivato secondo.
Ha vinto Ultimo. Ultimo è arrivato primo. Già solo questo basta a rendersi conto del Festival, dei suoi contrasti e delle sue ingenue contraddizioni.
Nessuna menzione d’onore per l’unico che meritava il premio della critica, anzi della grammatica: Luca Baglioni con il suo inno del congiuntivo che, nella sua canzonetta ci ha fatto ripassare “che io sia… che io fossi”. Canzoncina orecchiabile, la vedo bene durante l’ora di italiano in 5° elementare. Confidiamo in una nuova generazione di “grammarnazi”.
Abbinamenti
Quando all’anteprima Festival al TG1 Claudio Baglioni ha annunciato la partecipazione di 68 artisti ci era preso un colpo: “oddio, quando finisce ‘sta serata?” Poi abbiamo capito. Ogni big ha cantato con il supporto di almeno un artista estraneo al Festival (in qualche caso anche estraneo alla musica), per offrire una esibizione viva, vivida, eclettica, più completa.
Il Festival ci ha regalato degli abbinamenti degni dei migliori chef in cucina. Vediamone alcuni.
Convincente l’esibizione di Skin accanto a Le Vibrazioni: lei, una voce meravigliosa come sempre, ha davvero dato ciò che alla canzone in sé mancava, ovvero vitalità. Che Le Vibrazioni da sole a questo festival non è che abbiano fatto vibrare granché. Skin è stata come una spolverata di pepe su un piatto di penne alla gricia.
Lo Stato Sociale si fa affiancare da Paolo Rossi: l’abbinamento è ben assortito; lui, scanzonato come il cantante, fa la parte della spalla egregiamente, da clown in sordina quale è sempre stato. Paolo Rossi è il vino rosso della casa, che accompagna una sostanziosa polenta e cinghiale, come nella migliore tradizione delle sagre di paese.
Il duo Meta-Moro si fa accompagnare da Simone Cristicchi. Ebbene, avresti potuto immaginare un abbinamento migliore? Proprio come il cacio sui maccheroni.
Arisa in versione Mercoledì della famiglia Addams (con una leggera incursione in Finding Nemo, per quell’apparecchio ai denti che ci fa ricordare Darla, la nipotina del dentista di Sydney), accompagna Giovanni Caccamo. Caccamo ci sembra sempre sciapo, privo di sale e di sostanza. Un gambo di sedano particolarmente scondito. Arisa è la glassa di aceto balsamico che dà colore e sapore.
Marco Masini dà personalità alla canzone di Red Canzian, che è evidente che non può cantare da solo. Marco invece sì, da solo ce la può fare eccome. Masini è la zucca gialla, che dà carattere e personalità ad un risotto in bianco triste e senza sale. Oppure, visto che è di Firenze, è il pepe nel peposo o la salsa verde nel lampredotto… insomma, dà una sferzata di vita al bollito ex-Pooh.
I The Kolors prendono addirittura Tullio De Piscopo per sostenere le proprie percussioni. Il che vuol dire che è l’ingrediente fondamentale, come l’olio sulla fettunta, la fetta di pane tostata e bagnata semplicemente con l’olio nuovo.
I Neri per caso affiancano Elio e le storie tese e a noi, che nel 1996 seguivamo il Festival e ricordiamo benissimo che entrambi partecipavano, gli uni con “Mai più sola”, piazzandosi 5° in classifica, e gli altri arrivati 2° con “La terra dei Cachi”, non possiamo non commuoverci e pensare che all’epoca eravamo ragazzine. Così il loro abbinamento oggi ci fa l’effetto di un cono gelato limone e fragola, cioccolato e crema o nocciola e pistacchio. Fai tu!
La classifica di Pink Mojito
Puntuale come la morte e le tasse arriva anche questa sera la classifica di Pink Mojito. Ricordate gli ambiti premi in classifica?
- Il premio “Momento soporifero”: più che un momento è un’era geologica. È tutto ciò che succede da mezzanotte e mezza in avanti. Giusto Piero Pelù ci scuote dal torpore, ma poi l’abbinamento Zilli-Cammariere ci fa effetto camomilla. Infine gli Elii e i Neri per caso ci svegliano di soprassalto, ma dura il tempo della loro canzone.
- Il premio “dai che ce la fai” va al duo Vanoni-Preziosi: lei regge l’anima coi denti (no, non è vero, noi alla sua età saremo attaccate al catetere, lei invece veste ancora fieramente fasciata in rosso corallo), lui è un bravissimo attore di teatro, ma non è un cantante, quindi ha sbagliato palcoscenico e in effetti lo aspettano a Firenze al Teatro della Pergola, sarà bene che non faccia tardi per il suo, di spettacolo).
- Il premio “accendi la luce quando ti vesti” questa sera va all’arcobaleno paillettoso esibito da Skin. Lei sempre bellissima, 50 anni e non sentirseli, ma quell’abitino corto a fasce farebbe orrore persino a Barbie. E Barbie davvero l’abbiamo vestita con qualunque cosa.
Dai su, ancora un piccolo lunghissimo sforzo perché stasera c’è la finale. Dove leggerai il resoconto? Naturalmente qui su Pink Mojito e in real time su Twitter.