Diventare “fashion journalist” è possibile?
Il sogno nel cassetto di Claudia Giordano
Siete state tante a rispondere all’appello di Pink Mojito Magazine “stiamo cercando te“. Evidentemente sono tante le donne che hanno un sogno nel cassetto e lo hanno tirato fuori facendolo diventare realtà.
Noi vogliamo fare in modo che queste donne siano un esempio per chi sta cercando di farcela o per chi pensa di gettare la spugna o, meglio ancora, per chi crede che non sia possibile. Se ti riconosci in uno di questi casi, sappi che le Pinkinterviste sono dedicate proprio a te.
Porremmo ogni volta 10 domande per scoprire di più la donna che ha voluto raccontarci la sua storia e per conoscere come ha realizzato il suo desiderio.
Partiamo subito con la prima Pinkintervista a Claudia Giordano, una ragazza che è riuscita a dare vita al suo progetto dopo tanto studio e duro lavoro.
Sei pronta a leggere le sue risposte?
1) Raccontaci un po’ di te
Amo definirmi una “sognatrice a tempo indeterminato”. Ho 34 anni, tanti sogni nel cassetto –
alcuni realizzati, altri ancora no – e sono una persona entusiasta della vita, una che non molla mai,
per intenderci.
Le mie origini sono un po’ un mix: nata a Melzo, vicino Milano, da genitori siciliani doc, vivo ormai da parecchi anni in provincia di Roma, dove lavoro come libera professionista e, nello specifico, come fashion journalist, copywriter e web marketing specialist.
Sono single, ma ho un grande amore che è il mio coniglietto Mio, un piccolo (ma cresce in fretta) ariete
siamese di 4 mesi e mezzo. Ho diverse passioni, una su tutte la musica rock e, da poco, anche la palestra, che ho scoperto essere una fantastica valvola di sfogo dallo stress quotidiano.
2) Qual era il tuo sogno all’inizio?
A 3 anni disegnavo abiti. A 7 anni giocavo con la mia migliore amica dell’epoca, immaginando di
avere una agenzia di moda che organizzava sfilate, e il mio passatempo preferito era cucire abitini
per le Barbie.
Insomma il mio sogno fin da piccola era lavorare nella moda. All’inizio come stilista poi pian piano, con il tempo, il mio sogno si è evoluto sempre di più e ho iniziato a desiderare di poter entrare nell’ambiente della moda lavorando per qualche agenzia o rivista di settore.
3) Sei riuscita a realizzarlo come volevi?
In gran parte direi proprio di sì. Dopo il liceo ho scelto di studiare Moda e Costume all’università, andando un po’ contro tutti quelli che mi dicevano che non avrei trovato sbocchi lavorativi con un percorso di studi così “creativo”. Ovviamente non ho dato retta a nessuno e sono andata avanti per la mia strada, laureandomi e frequentando anche un istituto di moda per studiare stilismo e confezione e perfezionando poi il tutto con un master in marketing e comunicazione sempre sulla moda.
Nel 2013, due anni dopo aver terminato tutti gli studi, ho deciso ancora una volta di fare di testa mia. Non trovando il lavoro che sognavo, me lo sono cucita su misura (tanto per restare in tema) e ho aperto il mio blog. Da lì sono riuscita con il tempo, tanta fatica e molta gavetta, a costruirmi una vera e propria professione, quella della fashion journalist specializzata anche in web marketing, che mi ha permesso di andare alla sfilate e partecipare a eventi di moda dei quali molto spesso mi sono trovata a gestire organizzazione e comunicazione. Ho conosciuto stilisti, agenzie e aziende del settore, ho collaborato con tantissime persone. Insomma sono entrata nel mondo che tanto sognavo da una porticina che mi sono costruita appositamente, perché bussare alle porte che già esistevano non mi aveva condotta da nessuna parte.
4) Qual è stata la tua motivazione più forte?
La voglia di riscatto, perché non ho avuto una vita propriamente semplice e i problemi familiari vissuti negli anni mi hanno spinta a voler trovare a tutti i costi qualcosa che mi facesse sentire realizzata e che rendesse la mia famiglia orgogliosa di me, in primis mio padre che non c’è più da tanti anni.
E poi il desiderio di costruire qualcosa con le mie mani, la voglia di emergere, di non dover dire “vorrei fare questo, ma nessuno mi dà retta (cosa che è accaduta molto spesso dopo la laurea e prima di aprire il mio blog) e il desiderio di poter essere l’unica artefice del mio successo o insuccesso, senza dover aspettare che qualcun altro decida per me.
5) Qual è stata la tua paura più grande?
Sono un’inguaribile ottimista, forse addirittura temeraria, considerato che mi sono buttata a occhi chiusi nella costruzione della mia professione. Ammetto di non aver avuto paura quasi di niente in questo mio percorso, perché non potevo permettermi di aver paura: la paura ti blocca ed è cattiva consigliera, mentre io volevo realizzare i miei sogni ed ero convinta che ci sarei riuscita.
Prima di aprire il blog non sapevo neanche come funzionasse WordPress. Oggi realizzo io stessa siti con questo CMS. Prima di iniziare a lavorare nel web non sapevo nulla di web marketing, ma ho studiato tanto e ancora adesso continuo a imparare ogni giorno qualcosa di nuovo, senza mai fermarmi. Questo per dire che fin dall’inizio non ho mai pensato che non sarei riuscita a raggiungere i miei obiettivi, mi sono detta “Cla, ce la puoi fare, quindi poche storie e rimboccati le maniche” e così ho fatto.
6) Quanto tempo hai impiegato a realizzarlo?
Sono passati 4 anni da quando ho aperto il blog ed è iniziato tutto. Il primo anno è stato totalmente di gavetta. Ho lavorato tantissimo e spesso e volentieri gratis, ma avevo bisogno di imparare e di farmi conoscere. Dal secondo anno le cose sono iniziate ad andare decisamente meglio e ho iniziato le prime collaborazioni, alcune delle quali durano ancora oggi. Direi però che il salto di qualità l’ho fatto indubbiamente nell’ultimo anno: tanti progetti, tante esperienze e soprattutto più consapevolezza.
7) Hai avuto bisogno dell’aiuto di qualcuno?
A dire il vero no, non nel senso stretto del termine almeno. Certamente mi ha aiutata moltissimo
ricevere la fiducia di persone, che si sono affidate a me per collaborare o hanno richiesto il mio
intervento. Devo dire che in questo senso sono stata davvero fortunata, perché ho incontrato molte persone serie, valide e di grande spessore umano.
Ho sempre scelto di fare tutto da sola: il blog, i social, cosa leggere e cosa studiare, le collaborazioni scelte, i contenuti, la strategia editoriale. Sono stata sempre una “one woman show”, una che delega pochissimo o niente, che ha bisogno di tenere sempre il proprio lavoro ben saldamente in mano e che è sempre pronta a farsi in quattro per realizzare nuovi progetti.
8) Quanto ha influito l’appoggio delle persone a te vicine?
Altro tasto dolente perché, a parte il mio ex ragazzo che ha sempre creduto in me e mi ha sostenuta in questi anni, direi che non ho ricevuto nessun appoggio. Per molto tempo, almeno fino a quando non ho iniziato a guadagnare in maniera sicura e continuativa aprendo anche partita iva, nessuno della mia famiglia ha mai capito in cosa consistesse esattamente la mia professione. Spesso mi sono sentita dire “Perché non ti cerchi un lavoro serio?”, “Perché non fai quel concorso?” oppure “Ma come puoi lavorare da casa? Stai sempre attaccata al pc per quattro spicci”. Questo mi ha sempre fatto soffrire molto. Adesso forse qualcosa hanno capito, ma se avessi dovuto dare retta a loro, oggi non sarei qui a parlarti di me.
Riguardo i miei amici, invece, c’è chi mi ha ascoltata con interesse e dato qualche consiglio, molti mi hanno espresso ammirazione per essere riuscita a crearmi una strada così ben definita.
Quindi va bene così, non si può avere tutto.
9) Se chi ci legge volesse realizzare un progetto simile al tuo, quale sarebbe il consiglio che ti senti di dare?
Di non dare retta a nessuno, di non ascoltare chi dice che non si può fare, perché si può fare tutto se si ha la tenacia e la pazienza di mettersi in gioco al 100%. Consiglierei di studiare tanto e di mettersi alla prova ogni giorno, anche in lavori che lì per lì non sembrano tagliati per voi, perché da ogni esperienza c’è qualcosa da imparare.
Io sono specializzata in moda, ma mi è capitato di dover scrivere di informatica, di dover gestire social inerenti aziende lontane dal mio settore o di dover collaborare come ghost writer per cose più grandi di me.
L’unica cosa che posso dire è che ho imparato tanto, da tutto.
10) Dai un consiglio a chi ti sta leggendo e che ha un sogno nel cassetto
Provaci!
Nella vita la cosa peggiore che può capitarti è di far trascorrere gli anni e ritrovarti con il rimpianto di non averci provato. Tutti abbiamo il diritto di realizzare i nostri sogni e non importa quanto sia difficile e quanta fatica costi. La realizzazione personale ti ripagherà di tutto.
Non dimenticate mai da dove sei partita e dove sei diretta. Non lasciarti “comprare”, distogliere o etichettare in nessun modo, solo tu sai qual è il tuo sogno e quanto è importante realizzarlo. Smettila di pensare “Sì, ma è difficile” e buttati: non esistono i fallimenti, ma solo situazioni dalle quali imparare qualcosa. Non farti bloccare dalla paura di non farcela, immaginati già con il risultato in tasca e vedrai che sarà tutto più semplice.
Buona fortuna!
Conosco Claudia ed é una bellissima persona oltre che essere una grande collega! Ho letto l’intervista tutta di un fiato e mi ci sono ritrovata tantissimo!! Continua cosi ?
Grazie di cuore Serena, ricambio in pieno la stima! Spero che la mia storia possa essere, nel suo piccolo, uno spunto di riflessione e di forza per tutte le donne che desiderano realizzare i propri sogni 🙂