Donne Del Vino Liguria

Le Donne del Vino si presentano su Pink Mojito

Intervista a Cinzia Tosetti

 

La settimana scorsa abbiamo parlato della relazione tra donne e vino e di come questa bevanda sia da sempre considerata prettamente maschile. Sappiamo bene quanto questo corrisponda poco al vero e quanto il contributo delle donne abbia cambiato, a volte radicalmente, il corso della storia nel settore enologico. Basti pensare a Barbe Nicole Clicquot Ponsardin, citata nel precedente articolo, la quale inventò il famoso metodo champenoise, utilizzato oggi dai produttori di champagne francesi.

In Italia le donne che lavorano all’interno del settore del vino o gravitano attorno ad esso sono innumerevoli. Queste stesse donne hanno deciso di unirsi e di essere rappresentate sotto un unico marchio, quello dell’Associazione Nazionale Le donne del vino.

Ho intervistato per te Cinzia Tosetti, giornalista e delegata Le Donne del Vino Liguria, per porle alcune domande riguardo l’associazione e il rapporto tra donne e vino. Cinzia Tosetti ha pubblicato due libri sempre dedicati al vino “Le dimore di Bacco” e “Buona tavola, salute e bellezza con l’uva“, collabora inoltre con diverse riviste di settore.

1) Perché è nata l’Associazione Nazionale Le Donne del Vino?

L’associazione nasce dalla volontà di aggregare e dare voce alle tante donne inserite nel contesto produttivo e divulgativo enologico italiano. L’associazione è stata presentata ufficialmente durante il Vinitaly 1988: allora era costituita da una ventina di socie, che ben presto videro radunarsi intorno a sé decine di altre protagoniste del vino.

2) Quali sono gli obiettivi che si prefigge?

Lo scopo del sodalizio è quello di promuovere la conoscenza e la cultura del vino attraverso il contributo di esperienze e conoscenze di tante donne impegnate nei vari settori che orbitano intorno al vino, quali la produzione, la ristorazione, la comunicazione e la divulgazione; settori diversi, ma tutti complementari. L’impostazione trasversale fu anticipatrice della evoluzione successiva della presenza femminile nel settore enologico e oggi, a tutti gli effetti, possiamo considerarla una idea fortemente innovatrice.

3) Quante sono le donne associate, dove risiedono e quale attività svolgono?

Oggi le donne associate sono circa 750. Per essere ammesse nell’associazione occorre avere un vissuto professionale legato alla vigna, alla cantina e alla tavola. Troviamo quindi produttrici, ristoratrici, sommelier ed enologhe, ma non solo. Fondamentale è anche l’informazione e la comunicazione del vino, pertanto sono ‘donne del vino’ le giornaliste di settore, le nuove professioniste blogger, le responsabili della comunicazione e del marketing presenti all’interno delle aziende vinicole stesse.

4) Come si può diventare socie della vostra associazione?

L’ammissione delle nuove associate deve essere vagliata delle Delegate Regionali e presentata al Consiglio Nazionale per l’ammissibilità.

5) Sono molte le donne che hanno fatto la storia del vino, perché se ne parla poco?

Purtroppo il settore enologico, come tanti altri settori lavorativi italiani, è a principale appannaggio del settore maschile. È ben vero che storicamente erano gli uomini a condurre la vigna e a lavorare all’interno delle cantine, mentre la donna interveniva solo sporadicamente e a supporto, ma negli ultimi 30 anni le cose sono cambiate molto e sempre più donne si posizionano alla conduzione aziendale.

Grandi donne hanno segnato l’evoluzione dell’immagine del vino moderno.

Una su tutte la nostra Presidente, Donatella Cinelli Colombini, produttrice in Montalcino e Trequanda e icona della comunicazione del vino. Con lei si sono aperte tante strade. La prima, all’interno di una delle sue aziende, è rappresentata dal Casato Prime Donne, dato dalla sola presenza lavorativa femminile. Sempre lei ha dato l’avvio al Movimento Turismo del Vino, una realtà che ha portato le aziende ad una migliore comunicazione verso i consumatori e gli appassionati del vino. A tutt’oggi se consideriamo l’enoturismo come una delle realtà in crescita nel comparto vinicolo, l’alta immagine che ne deriva è data dall’imprinting che questa grande donna gli ha saputo dare.

6) Le ‘donne del vino’ cambieranno la storia come quelle del passato?

Il nostro obiettivo è quello di dare sostegno ad un importante comparto produttivo italiano. Lo diamo con le nostre forze e le nostre capacità, che sono sicuramente diverse da quelle degli uomini, ma complementari. Siamo femmine e non femministe, pensiamo che il nostro impulso, unito all’importante lavoro degli uomini, possa aiutare a cresce la bellissima realtà enologica che, al pari della gastronomia, ci contraddistingue in tutto il mondo.

7) Il racconto del territorio attraverso il vino cambia grazie ad una voce femminile?

Sicuramente se la coscienza della nuova svolta enologica legata al territorio e all’apertura delle cantine – non viste più come solo posto di lavoro bensì come preservazione di un territorio, di una coltura e di una cultura – è stata data da una donna, la nostra Presidente Donatella Cinelli Colombini per l’appunto, è possibile che la nostra attenzione verso la bellezza e verso i particolari sia fondamentale per accelerare la svolta che le aziende e i territori hanno preso. Oggi tantissimi turisti si recano nelle campagne e sono sensibili ai tanti appuntamenti che le aziende propongono.

Possiamo pensare, con un goccio di presunzione, che se il mondo enologico è cambiato e se le cantine sono diventate dei gioielli, belli da vedere e da godere, se la comunicazione si è aperta raggiungendo tanti comparti della popolazione, buona parte è data dalla capacità e dalla sensibilità di noi donne, abili a sostenere e cambiare un comparto trasformandolo da produttivo a divulgativo e fortemente turistico.

 

Vuoi porre altre domande a Cinzia Tosetti riguardo il vino e l’associazione? Scrivile pure qui sotto.


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