porro affettato

Il ruolo della donna in cucina

Com’è cambiato da ieri a oggi

Sin dai tempi più remoti, la donna, vista come colei che doveva provvedere al sostentamento di tutta la famiglia, ha avuto un ruolo fondamentale in cucina.

Quest’ultima è sempre stata il suo regno a cui l’uomo non osava minimamente avvicinarsi, in quanto secondo la mentalità retrograda di allora (pensandoci bene, si trova in giro anche oggi) erano “cose da donne” che non competevano al capofamiglia.

Con il passare degli anni la situazione è andata migliorando. Vuoi per l’emancipazione femminile, vuoi perché le abitudini sono cambiate, l’uomo ha iniziato a mettere sempre più piede in cucina. La donna ha cominciato a stare più fuori casa, perché uno stipendio non bastava più a sostenere la famiglia, per cui l’uomo si è ritrovato anche a dover cucinare oltre a svolgere qualche faccenda in casa.

Anche io qualche volta, pur stando a casa e non lavorando, ho avuto bisogno di una mano in cucina per svariati motivi, come occasionali problemi di salute o una bimba troppo piccola che non mi permetteva di fare nulla, e devo dire che mio marito se la cava abbastanza bene a differenza di altri che, invece, non sanno fare nemmeno un caffè.

La mia situazione famigliare provoca un grande dispiacere in mia nonna, la cui generazione non concepiva, e non concepisce tutt’ora, che l’uomo si avvicini alla cucina con intenti diversi dal cibarsi. Infatti, quando viene a casa e si accorge che mio marito mi ha dato una mano in cucina, son dolori! Inizia con una serie interminabile di “ma ai miei tempi non era così”, “in cucina ci deve stare l’uomo non la donna” e ancora “ma dove siamo arrivati?”. Hai voglia a dirle che non c’è niente di male e che siamo quasi nel 2018, ma lei niente.

Oggi, nell’epoca di Master Chef, stiamo assistendo quasi ad uno scambio di ruoli un po’ contraddittorio, direi quasi assurdo, perlomeno fuori casa, in quanto i migliori chef sono uomini. Ho provato a spiegare anche questo a mia nonna. Tutto fiato sprecato! Mi ha risposto dicendo “ora capisco perché nei ristoranti, non si mangia poi così tanto bene. Meno male che non ci vado!”.

La donna, che rappresenta da sempre la “regina della cucina”, fa fatica ad inserirsi nel mondo della ristorazione professionale e questo perché, secondo una tipica concezione maschilista (condizione ancora abbastanza radicata, nonostante la parità dei diritti), non è in grado di occuparsi di un ristorante. Bisogna aggiungere che per una donna, a cui interessa avere una famiglia, rimane piuttosto difficile riuscire a conciliare una carriera e la gestione di una casa. A differenza di un uomo, difficilmente potrà dedicarsi completamente al lavoro, se non vuole rinunciare a costruire una famiglia.

La donna, purtroppo, subisce costantemente atti di discriminazione e continua ad essere vittima di pregiudizi in un contesto, che, per di più è sempre appartenuto a lei e nel quale è stata sin da sempre relegata. Tra le mura domestiche, però, la cucina rimane un luogo inviolabile e la donna si ritrova costretta ad occuparsi dei pasti di tutta la famiglia.

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2 Commenti

  1. In effetti è controverso: la cucina, a casa, quindi inteso come dovere, è spesso un’esclusiva delle donne. Mentre come lavoro, soprattutto ad alti livelli, sembra essere destinata ai soli uomini. Certo, ci sono eccezioni in entrambi i casi ma, appunto, sono solo eccezioni purtroppo!