Francesca

Libera professionista nel Sud dell’Italia

Una speranza c’è

 

Oggi ho voglia di parlarti della donna, del suo rapporto con il mondo del lavoro e di come sia scegliere di essere una libera professionista, soprattutto al Sud Italia.

La relazione Donna-Lavoro è un legame, come ben si sa, che ha origini passate particolarissime, le quali hanno subito diverse evoluzioni nel corso della storia. “Per fortuna” mi viene da dire, anche perché la storia della donna e del suo approccio al lavoro la conosco io, la conosci tu, la conoscono tutti. Sappiamo che non è stato facile e continua a non esserlo.

Enormi differenze hanno caratterizzato le relazioni Donna-lavoro e Uomo-lavoro. Le differenze sono state definite dai profili socio-culturali di ciascuna epoca con alcuni elementi di distinzione, quali le discontinuità storiche, l’appartenenza territoriale, i livelli di istruzione, la posizione nella famiglia.

Le donne hanno lottato per essere accettate nel mondo del lavoro e a cavallo tra gli anni ’90 e il 2000, soprattutto per la donna occidentale, significativi sono stati i risultati raggiunti.

C’è una piccola discrepanza con i valori occupazionali del Mezzogiorno e quelli dell’Italia settentrionale. Nel Sud Italia il tasso di attività delle donne è ancora relativamente basso, seppure in fase di crescita. Ad incidere su tale situazione sono state le trasformazioni demografiche, gli aspetti culturali e una mentalità portata al trasferimento nel Nord Italia.

Qui al sud tutte scegliamo di studiare. Dai percorsi universitari a quelli post universitari e poi, vuoi per paura di non farcela, visto che qui è tutto un po’ più complicato, vuoi per mancanza di coraggio a mettersi in gioco, vuoi per forma mentis (vado fuori e mi sento più appagata), le donne meridionali spesso sono cervelli in fuga.

Qui, entra in ballo il mio pensiero, la mia storia e in un certo senso la mia scelta di non andare via.

Ho la massima consapevolezza che al Sud ci siano meno prospettive. Spesso ho avuto lo stesso pensiero di tante altre donne, ma negli ultimi anni la maturità, professionale e culturale, mi ha portato a ragionare differentemente. Ho iniziato un percorso formativo, incentrato sul territorio e sul turismo, da cui mi si è aperto un mondo, che sono sicura è oscuro ancora a tante meridionali.

Abbiamo tutto: la qualità della vita, le risorse, le potenzialità per crescere in determinati ambiti. Certo, mancano tante altre cose, però ho imparato durante questo percorso a vedere il lato positivo del territorio in cui vivo. Così è maturata in me la scelta: restare per migliorare, dando un supporto al territorio, seppur nel mio piccolo.

Come libera professionista sono ancora lontana dall’arricchirmi e penso che non succederà mai, ma non importa. Scegliere di lavorare qui per me vuol dire seguire al massimo le mie passioni, in una terra che amo, la Calabria. L’ostilità di quella forma mentis, oggi, non mi influenza più, piuttosto cerco di essere un esempio per le altre. Ho dovuto metterci, e dovrò metterci, creatività e sopportare un sacrificio immane, ma sono felice così. Perché? Perché faccio ciò che amo in luogo che amo, che ha bisogno di persone come me, come te, come noi per riprendersi.

Condividi il nostro articolo Pink!

Articoli simili

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *