scrivania

Settembre, il mese del ritorno alla normalità

#SettembreNonTiTemo

 

Sveglia ore 5:54. No, non è la sveglia che suona, ma il mio cervello che si attiva.

Ricordo, penso, immagino, collego, creo, sono storie e niente mi alzo, devo scriverle prima che sfuggano tra la nebbia della quotidianità. Foglio, penna, lucina, pochi minuti, perché alle 6:30 una vocina mi chiama “Mamma, vieni?” – “Certo amore mio” ed è subito “Buongiorno!”

Colazione, ci laviamo, ci vestiamo, siamo pronti ma “sarebbe bello andare in bici!” – “Certo amore mio”.

Andiamo in bici, torno a casa a piedi, la lavatrice deve partire, il mio zaino reclama ordine e sono già le 9:00. L’ufficio mi attende e anche il primo appuntamento delle 10:00. Perdipiù oggi devo consegnare un articolo e vorrei almeno preparare la bozza prima di quell’ora.

E poi alle 14:00 un altro appuntamento e alle 15:30 ancora uno! Drin drin drin “Irene ti ha cercato Luca e non riesce a venire oggi pomeriggio” – RESPIRO…

Quindi posso andare a prendere la piccola, mentre mio marito può pensare al controllo fumi della caldaia, non prima di aver letto, risposto e cestinato tante e-mail, tante.

La piccola vuole andare al parco “Certo amore mio”. La piccola vuole invitare la sua amichetta a cena “Certo amore mio” – “Cosa volete mangiare?” – “Le lasagne” – “Certo amore mio”. Santo Bimby subito e Santa Benedetta Parodi, perché la besciamella si può preparare veloce veloce con formaggio morbido e latte, così non ci vorrà tantissimo, solo tanto.

Lasagne pronte, ceniamo tutti, senza troppe pretese, non trascurando però la presenza di verdure. Santi tutti i surgelati! Mettiamo in ordine, quanto basta per poter giocare. Certo, giochiamo sempre dopo cena. Le attività in famiglia che fanno bene al cuore. Alle 21:00 papà ci richiama all’ordine e inizia la preparazione alla nanna.

Ore 21:30 “Buonanotte amore mio.”

È una vita normale? E qual è la normalità?

È quella della realtà, che avvolge la nostra quotidianità da settembre ad agosto con più o meno brevi pause di ferie, o forse è quella dei giorni di ferie, quando ci sentiamo fino a tal punto libere da considerarli giorni eccezionali e a-normali?

Per questo io ho deciso di vivere nella normalità SEMPRE. Sono una donna imprenditrice, moglie e mamma, ma tanto lontana dalla famiglia di origine da aver bisogno di un aereo per ritrovare l’aiuto dei nonni, degli zii, dei cugini e delle famiglie allargate del sud.

È una normalità fatta di ore di corse, ore di veglia, ore di sorrisi, ore di soddisfazioni, ore di lacrime e ore di amore, ma è la mia vita 365 giorni l’anno. Quella in cui mi posso permettere di decidere se andare al mare dai nonni per un mese, arrivare in ufficio alle 9:00 per poi restarci fino alle 21:00, trascorrere una giornata lavorativa con mia figlia al parco divertimenti e poi lavorare di sabato per recuperarla, senza alcun rimorso e senza sensi di colpa.

Ecco perché nella mia vita, tra il piano A (dipendente di una bella e famosa realtà) e il piano B (insegnante di inglese e/o tedesco), ho scelto il piano C, quello in cui mi sento libera di scegliere e considerare legittimo inseguire i miei desideri e colmare i miei bisogni, prima che tutto intorno possa avere il sopravvento.

Questa è la vita normale che io vivo.

Tu come vivi la tua normalità?

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