Back to work… dicevano!

Ti porto nella mia realtà di mamma freelance, quella fatta di una ripartenza che ancora non c’è e di giornate piene di alti e bassi. Ti racconto tutto quello che le altre non rivelano.

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Settembre è il mese del ‘back to work‘ (il ritorno al lavoro), il mese della ripartenza… dicevano. Non per me.

In realtà io lo speravo tanto perché finalmente avevo cominciato a vedere la luce in fondo al tunnel. Sono mamma di due bimbi, una di 5 anni e uno di quasi 3 anni, e dalla prima gravidanza avevo rallentato la mia attività da libera professionista, un po’ per scelta e un po’ per l’indisponibilità di tempo e di concentrazione.

La fine del 2023 mi aveva resa positiva: mio figlio aveva cominciato ad andare all’asilo nido e finalmente avevo abbastanza ore libere per poter tornare a lavorare.

Prima di avere figli per me era normale lavorare senza staccare mai, soprattutto per una questione di concentrazione. Mi innervosisco quando mi distraggono da ciò che sto facendo. Con i figli devo usare il poco tempo a disposizione in modo proficuo e ad esempio scrivere un articolo a intermittenza non va a braccetto con la qualità. Quindi ho scelto di fermare tutto o quasi.

Quando a settembre 2023 mio figlio ha iniziato ad andare all’asilo, quel momento per me ha rappresentato una sorta di liberazione. Vedo mamme rattristarsi nel lasciare i figli a scuola. Io, invece, rivolevo la mia libertà.

La libertà è forse l’unica cosa di cui davvero non posso fare a meno. Probabilmente è stata il motore della scelta di mettermi in proprio 12 anni fa.

Peccato che la scelta di lavorare a casa mal si concilia con una famiglia. Sì, è proprio così.

Ovviamente questa situazione si può evitare se ci sono le condizioni giuste, ma nel mio caso no. Mio marito, per quanto presente, ha orari di lavori che lo portano fuori di casa molte ore. In casa non ho uno spazio in cui potermi rinchiudere per lasciare tutto all’esterno e non vedere il disordine da sistemare o i piatti da lavare. Viviamo lontani dalle nostre famiglie, ciò vuol dire 0 aiuti (e non solo riguardo il lavoro).

E quindi la chiusura della scuola a giugno è stato per me un dramma, perché mi sono ritrovata nella stessa situazione in cui ero l’anno scorso. Ha rappresentato per me un freno pazzesco. Era come se fossi su un treno in corsa e qualcuno avesse tirato il freno a mano improvvisamente.

Settembre per me rappresentava la ripartenza e ho aspettato con ansia la riapertura delle scuole. Era in previsione l’inserimento alla scuola materna di mio figlio, ma che vuoi che sia? Stringo i denti per qualche giorno e a posto così.

Non avevo fatto i conti con l’inderogabile decisione della scuola di far durare l’inserimento un mese e mezzo. Al momento esco di casa per accompagnare i miei figli ben 3 volte: al mattino, dopo pranzo per prendere mio figlio e alle 16.00 per prendere mia figlia.

E il mio lavoro? I miei progetti? Ancora tutti lì che attendono me.

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Essere mamma freelance è una scelta davvero dura. Non come quelle sponsorizzate su Facebook che ti promettono di farti diventare una mamma super organizzata e con un fatturato da capogiro.

Mi viene da ridere ogni volta che ne becco una perché vorrei fare a queste persone tante domande sulla loro situazione: ti puoi permettere una baby-sitter? quanti figli hai? hai a disposizione i tuoi genitori o i tuoi suoceri? tuo marito che lavoro fa?

Mi sono imbattuta in tante donne libere professioniste che lavorano da casa e mi chiedevo sempre come riuscissero a ottenere risultati. Poi veniva fuori che i figli stavano coi nonni oppure il compagno lavorava mezza giornata o percepiva uno stipendio consistente.

Se tu tutto questo non ce l’hai, l’unica cosa su cui puoi contare è la scuola.

Mi sono resa conto purtroppo che la scuola è “bimbocentrica” e, se da un lato tutto questo è ottimo, dall’altro non considera assolutamente che dietro ogni bambino c’è una famiglia con le sue problematiche e che magari sta facendo i salti mortali per sottostare a regole imposte da altri.

Il mio back to work è rimandato a novembre con tutto ciò che ne consegue a livello psicologico.

Penso di aver dato abbastanza tempo alla cura dei miei figli. Mi sono potuta permettere il lusso di non lavorare e accudire i miei figli perché sapevo che un giorno mi sarei pentita di aver perso i loro primi anni. Ora vorrei però permettermi il lusso di scegliere di lavorare e di impegnarmi in qualcosa per cui ho faticato tanto: essere brava in ciò che faccio.

Photo credit: Pixabay

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