Il trionfo del patrimonio culturale mediterraneo a Paestum
Il racconto della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico
Tutto il mondo della cultura e della storia del Mediterraneo ogni anno si ritrova alla Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico a Paestum, giunta quest’anno alla 20° edizione.
Dal 1998 chi opera nell’ambito della cultura e del turismo culturale si incontra in una splendida località archeologica nel salernitano per parlare, confrontarsi e divulgare le ultime novità in tema di arte, archeologia, storia dell’area mediterranea e soprattutto nuove tecnologie.
L’area archeologica di Paestum è uno scenario meraviglioso: fondata con il nome di Poseidonia, fu una delle città più ricche e floride della Magna Grecia, sede di commerci marittimi e di scambi con l’entroterra. La sua fortunata posizione geografica la rese appetibile anche ai Lucani, che ne presero successivamente il controllo, per poi passare sotto il dominio di Roma conservando il privilegio di battere moneta fino all’età di Augusto e di Tiberio.
Gli appuntamenti si svolgono tra il Museo Archeologico, la Basilica Paelocristiana e un enorme tendone che ospita tutti gli espositori del settore. Cornice a tutto l’evento sono i tre templi di Hera, Poseidone e Cerere, che dominano il paesaggio e che quest’anno sono stati scenario perfetto di alcune interessanti rievocazioni storiche in costume.
Credit: BTMA
La Borsa del Turismo Archeologico è un appuntamento molto quotato per gli operatori culturali e turistici, per i viaggiatori, gli appassionati e gli studenti, perché unico nel suo genere e soprattutto una delle poche occasioni nel settore di questa portata. È sede dell’unico Salone espositivo al mondo del patrimonio archeologico e di ArcheoVirtual, l’innovativa mostra internazionale di tecnologie multimediali, interattive e virtuali.
Gli obiettivi di questa manifestazione sono: promuovere i siti e le destinazioni di richiamo archeologico; favorire la commercializzazione; contribuire alla destagionalizzazione; incrementare le opportunità economiche e gli effetti occupazionali. La Borsa, inoltre, favorisce l’incontro del settore dei beni culturali con il business professionale.
Anche quest’anno ho preso parte alla manifestazione come archeologa e come supporto alla comunicazione sui social media per la BMTA, per seguire alcune delle decine di eventi e attività in programma.
Il fulcro di tutta la manifestazione è proprio il Salone Espositivo, dove 100 espositori tra istituzioni, università, paesi esteri, regioni, province, comuni, camere di commercio, aziende di promozione turistica, soprintendenze, parchi archeologici, associazioni culturali, case editrici sono a disposizione di chiunque per fornire informazioni sui luoghi della cultura. È un tripudio di brochure, volantini, depliant informativi, ma anche di volti, sorrisi, idiomi differenti: si respirano le civiltà del mediterraneo antico. Nel Salone occupano uno spazio anche le nuove tecnologie di promozione turistica: app, video interattivi, ricostruzioni 3D, percorsi virtuali.
Se non hai ancora visitato un paese, un museo, un’area archeologica camminando tra gli stand viene voglia di partire e visitarli davvero tutti!
Altro appuntamento importante organizzato in collaborazione con ENIT (Agenzia Nazionale del Turismo) è quello per i buyers: la BMTA, infatti, è l’unico luogo al mondo dove domanda e offerta del turismo archeologico si incontrano. Tramite operatori professionali dell’offerta turistica, 8 paesi presentano la loro migliore offerta a 120 sellers per garantire le migliori opportunità d’affari nell’incontro diretto con la domanda internazionale.
La Basilica Paleocristiana e il Museo Archeologico sono state sede di numerose conferenze e Archeoincontri, all’interno dei quali si è dato spazio a promozione delle nuove forme di turismo esperenziale, nuove pubblicazioni editoriali e uscite cinematografiche, workshop di orientamento e formazione come ArcheoTeatro, esposizione museali, presentazione di nuove strategie e risultati della ricerca archeologica, confronti e dialoghi dove si è ampiamente discusso sullo status della figura professionale dell’operatore culturale e sullo scottante argomento delle modalità di coinvolgimento del pubblico nei musei. Una finestra importante è stata quest’anno dedicata anche alle ArcheoStartUp per la presentazione delle nuove imprese culturali e progetti innovativi.
Nel Museo Archeologico, inoltre, è stato allestita la mostra ArcheoVirtual incentrata sulle applicazioni digitali e sui progetti di archeologia virtuale nella migliore forma possibile: i videogiochi!
La narrazione, infatti, è uno degli strumenti principali per trasmettere la conoscenza e le forme di comunicazione digitale non possono esimersi dall’utilizzare anche l’interazione videoludica. Immancabile la sezione dedicata all’archeologia del videogame con alcuni dei videogiochi storici più famosi (datati rispettivamente 1982, 1989 e 1996) fruibili, come tutti gli altri, attraverso postazioni dedicate.
I videogiochi di successo dell’ultimo ventennio, graficamente migliori e con una user experience più accattivante sono stati quelli più gettonati, preludio alla sezione dedicata ai videogiochi interattivi immersivi, tra cui un game in 3D ambientato nell’antica Roma e un esperimento di realtà virtuale molto particolare: tramite un visore si veniva proiettati nei cieli di Parigi, dove nelle vesti di un’aquila si sorvolava la città abbandonata dalla razza umana. Consigliato solo a stomaci forti. Per fortuna la sosta successiva nel Jukebox Archeovirtual, cinema interattivo esplorativo, ha dato la possibilità di riassettare le budella.
E mentre si era a zonzo tra basilica, museo, parco e salone ogni tanto si incrociava la Legio I Italica oppure l’esercito greco in marcia. Nell’area del Foro, infatti, hanno trovato posto gli accampamenti di una tribù preistorica, dell’esercito greco e di una legione romana con figuranti che rappresentavano scene di vita quotidiana: conciatura delle pelli, combattimenti dei gladiatori, addestramenti e rituali vari. Queste ricostruzioni, a cura di numerose associazioni culturali e rievocatori storici, completavano i laboratori ubicati negli stand su strada, dove venivano mostrate le antiche tecniche di produzione e lavorazione dei manufatti di uso quotidiano: è l’ArcheoExperience, ovvero la sezione dedicata all’archeologia sperimentale, che mira a sviluppare l’interattività tra il visitatore e gli oggetti che non sono staticamente esposti nelle vetrine di un museo, ma con i quali è possibile creare una interazione aumentando esponenzialmente la comprensione dell’evoluzione umana, culturale e sociale.
Quest’anno la BMTA ha avuto una partecipazione che si misura in maniera sempre più crescente con il passare degli anni: i veri numeri, però, sono quelli relativi alla presenza giovanile. Alla conferenza di apertura erano presenti 5000 ragazzi delle scuole campane e non (e molti altri nei giorni successivi), che hanno potuto constatare che la cultura non è noiosa, ma che questa “tramandata attraverso il patrimonio storico, artistico e monumentale lasciatoci in eredità da chi ci ha preceduto, rappresenta l’antidoto più potente alle tensioni che attraversano il mondo civilizzato, perché è dialogo e confronto, costruisce ponti tra i popoli, azzerando le differenze nell’esaltazione delle specificità di ognuno”.
Insomma, la cultura salverà il mondo.