Pinkinterviste

Come diventare illustratrice?

La Pinkintervista di Silvia Pusceddu

 

È da poco terminato il periodo di vacanza e, mentre cerchiamo di tornare in forma dopo le feste, noi ripartiamo con le Pinkinterviste.

L’anno nuovo, si sa, dà sempre quella carica giusta per tirare fuori vecchi sogni rimasi chiusi in un cassetto, con la speranza che sia la volta buona per realizzarli davvero. Poi arriva la fine dell’anno e, tirando le somme, ci si rende conto che i sogni, come li avevamo tolti dal cassetto, così li abbiamo riposti.

Le Pinkinterviste hanno come obiettivo proprio quello di farti conoscere donne che, nel loro piccolo, ce l’hanno fatta e sono riuscite a far diventare un loro sogno o desiderio realtà.

Ogni venerdì troverai su Pink Mojito magazine una nuova intervista ad una donna che ha voluto raccontarci la sua storia attraverso le nostre solite 10 domande.

Oggi conosciamo Silvia Pusceddu che ama raccontare storie attraverso i suoi disegni. Dopo tanto lavoro e impegno, alla fine è arrivata per lei la possibilità di illustrare un libro per bambini (“Spremuta di pancia” – Ed. Il Ciliegio) completamente da sola.

Scopriamo cosa ha risposto alle domande della Pinkintervista.

come diventare illustratrice
Pinkinterviste: come diventare illustratrice

1) Raccontaci un po’ di te

Mi chiamo Silvia e, nonostante sia nata a Milano, porto con me un buffo cognome di origine sarda del quale vado molto fiera. Ho 35 anni e coltivo gli stessi sogni fin da quando ero bambina. Infatti, nelle mie biografie sul web, non dimentico mai di raccontare quando disegnavo sulle pareti di casa e di menzionare la bellissima macchina da scrivere Olivetti, che ricevetti in regalo quando ancora frequentavo la scuola elementare. Ho sempre desiderato raccontare storie, con i colori e con le parole.

2) Qual era il tuo sogno all’inizio?

Da piccolissima desideravo principalmente disegnare, passando dai fumetti ai vestiti, ma anche scrivere come Jessica Fletcher, senza però portare sfiga. Parallelamente sognavo di diventare un’astronoma, però ho capito ben presto che gli aspetti che più mi affascinavano del cosmo erano anche in questo caso le storie e i misteri, come la mia preferita “Cygnus X-1” quando ancora si pensava che fosse una combinazione di un buco nero e di una stella; nonché i meravigliosi colori. Insomma, non è mai stato difficile per me capire che cosa mi facesse battere il cuore: i colori, le storie e la magia.

3) Sei riuscita a realizzarlo come volevi?

Il percorso è stato (ed è tutt’ora) complesso e tortuoso. Non ho avuto il coraggio per seguire le mie passioni alla scuola superiore. Quindi, spinta dalle nuove tecnologie che si stavano affermando negli anni ’90 del secolo scorso, mi sono iscritta in un istituto tecnico per diventare perito informatico.

Ho poi cambiato strada e mi sono diplomata (non senza fatica) come perito in elettronica e telecomunicazioni. Durante questi difficili anni di studio ho iniziato a lavorare nei fine settimana per mettere da parte i soldi che mi sarebbero serviti per ricongiungermi al mio sogno, mai dimenticato: frequentare la Scuola del fumetto di Milano. Ecco quindi che per tre anni ho studiato esattamente quello che amavo: disegno e scrittura creativa. Finalmente!

4) Qual è stata la tua motivazione più forte?

Quello che mi dà la carica ogni giorno è il desiderio di sentirmi bene. Non è una cosa da poco, anzi! Quando siamo seduti in un ufficio e svolgiamo un lavoro che non amiamo, riempiamo il corpo e la mente di negatività, anche se ci impegniamo per farlo nel migliore dei modi. Per questa ragione io ho bisogno di ricaricarmi in modo positivo nelle restanti ore della giornata coltivando sempre il mio sogno.

5) Qual è stata la tua paura più grande?

La mia paura è sempre stata quella di non essere abbastanza brava. Costantemente. Una paura di questo tipo andrebbe coltivata in modo costruttivo, per cercare ogni giorno di migliorarsi, invece mi ha frenata e mi ha fatto perdere molte opportunità. Per fortuna capita spesso che siano le altre persone a cercare il mio lavoro e così ho superato la paura che mi colpisce ogni volta che devo propormi.

6) Quanto tempo hai impiegato a realizzarlo?

Nell’ottobre di questo anno è uscito nelle librerie il primo libro interamente illustrato da me. Quindi oggi posso dire di aver realizzato il mio sogno! Fino ad oggi avevo partecipato ad alcuni lavori di gruppo e il mio nome si affiancava a molti altri oppure non compariva sulla copertina. Per non parlare dei tanti lavori per il web che hanno una consistenza più effimera. Ora posso impugnare delle pagine stampate, dove in copertina spicca il mio nome. Questa emozione è grandissima e mi ripaga di tutti gli anni dedicati a coltivare il mio sogno, però non intendo fermarmi qui.

7) Hai avuto bisogno dell’aiuto di qualcuno?

In questo caso sono stata scelta da una scrittrice con la quale avevo già collaborato per il web e l’editore Il Ciliegio ha voluto siglare un contratto con noi per questo lavoro. Io e l’autrice della storia ci siamo confrontate e abbiamo scambiato consigli reciproci, fino ad arrivare al risultato che oggi si trova nelle librerie con il titolo “Spremuta di pancia”. Io credo molto nel lavoro di squadra.

8) Quanto ha influito l’appoggio delle persone vicine a te?

Tantissimo. Penso sia fondamentale circondarsi di persone che credano in noi e sappiano stimolarci. Non dimenticherò mai quando un’amica mi disse che il fidanzato con cui ero stata per anni (dagli anni della scuola superiore fino alla Scuola del fumetto) aveva la tendenza a “schiacciarmi” per prevalere su di me. In effetti nel mio attuale compagno ho trovato un alleato fondamentale, capace di valorizzarmi. Così sono anche i miei amici. Quante volte li ho sentiti fare il tifo per me! Per non parlare di mia sorella, che nonostante la distanza geografica, riesce a farmi percepire l’entusiasmo per i miei successi. Senza dimenticare i miei genitori, che si impegnano per aiutarmi quando le 24 ore di una giornata non bastano proprio e si fanno in quattro per me. Credo che la mia conquista sia in qualche modo anche il frutto della vicinanza di tutte queste persone e quindi è anche un loro successo.

9) Se chi ci legge volesse realizzare un progetto simile al tuo, quale sarebbe il consiglio che ti senti di dare?

Studiare, sicuramente. È vero che ci sono artisti che hanno capacità innate, però sono veramente pochi e per le altre persone normali (come me) serve tanto esercizio e umiltà. Inoltre bisogna scendere a compromessi, ma sempre senza svendersi: è fondamentale trovare un equilibrio che ci faccia stare bene e ci renda allo stesso tempo compatibili con il mercato.

10) Dai un consiglio alle donne che ti stanno leggendo e che hanno un sogno nel cassetto

Principalmente quello di affiancarsi a persone positive che, come ho raccontato prima, sono state fondamentali per la mia esperienza. Poi ci vuole una buona dose di forza e non bisogna arrendersi mai, ma questo dovrebbe essere innato in noi: siamo donne. In bocca a mamma lupa a tutte!

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