Il vino è una bevanda per donne?
Alcune cose che non sapevi su donne e vino
Sognavo da tempo di scrivere un articolo sulle donne e il vino. Questo desiderio nasce principalmente dalla passione che nutro nei confronti di questo incredibile prodotto; interesse che mi porta spesso a visitare cantine e a partecipare ad eventi enogastronomici.
La voglia di scrivere di donne e di vino, però, è partita anche dalla constatazione che non sempre il rapporto donne – vino è visto di buon occhio. Mi sono interrogata spesso sul perché, domandandomi se fosse, forse, colpa di antichi retaggi maschilisti.
Il lavoro nei vigneti è un lavoro duro, storicamente considerato più adatto all’uomo. Il vino, inoltre, per il suo contenuto alcolico, sembrava essere inadatto al corpo di una donna, idealmente più fragile e sensibile.
Credo, però, che nel 2018 ciò possa essere superato, che la donna sia in grado di affermare il suo ruolo anche in questo ambito e che possa dimostrare all’uomo e al mondo il contributo fondamentale che ha dato e può apportare ancora ad un prodotto che con la donna ha un rapporto particolare.
Julien Miquel ha scritto sul suo Social Vignerons, wine blog di influenza mondiale, “Women and Wine? Let’s shrug off dusty clichés” (Donne e vino? Sbarazziamoci di polverosi cliché) attraverso il quale spiega quali sono i 10 luoghi comuni che bisogna assolutamente sfatare su uomini, donne e vino.
Pare, infatti, che molte delle idee che circolano sul rapporto donne e vino siano sbagliate.
Se si pensa che gli uomini acquistino più vino delle donne, le percentuali dicono il contrario, dimostrando che noi donne siamo le maggiori acquirenti. Il gentil sesso non acquista o beve solo vini bianchi o dolci e il vino rosso sembra essere quello che più preferiscono (io, ad esempio, lo adoro).
Andando avanti con la lettura dell’articolo di Julien Miquel si scopre addirittura che le donne bevono più vino degli uomini. Eh sì, proprio così, noi acquistiamo il vino e lo scegliamo anche bene. Sembra, infatti, che quando una donna decida di comprare del vino, lo scelga sempre con maggior consapevolezza rispetto agli uomini. Noi donne acquistiamo il vino basando la nostra decisione sull’accostamento con il cibo e in base alla regione di provenienza dello stesso. L’uomo, invece, pare che guardi principalmente il prezzo e lo status di etichetta. Il gentil sesso, perciò, non si lascia influenzare dal brand, variando spesso la tipologia di vino sulla tavola.
Insomma, le donne bevono vino e lo bevono bene!
Devo ammettere che leggendo i risultati descritti dall’enologo non mi sono stupita più di tanto. Non so tu, ma io mi rivedo in molte di queste azioni.
Non mi stupisce, perciò, neanche sapere che negli ultimi anni le donne che lavorano nell’enologia sono sempre di più. Il vino non è solo una bevanda da uomini e possiamo immaginarcelo pensando a quanto il vino si accosti con fascino anche solo metaforicamente alla donna.
Il vino rosso è passionale, come un rossetto appariscente.
Il vino è più buono dopo qualche tempo di affinamento, così come una donna che matura acquista sempre più fascino.
Il vino bisogna capirlo, sentirlo, annusarlo, non si può buttare giù in una solo sorso veloce e molti uomini dovrebbero farlo con le donne.
Non so se succede anche a te, ma con il vino si parte un po’ rigide: un solo bicchiere, qualche sorso pasteggiando, per poi lasciarsi andare con allegria. Il vino ci confonde, vorremmo e non vorremmo, ma ne siamo attratte, perché ci rende passionali, vere, spigliate.
In questo stesso modo le donne che lavorano nell’enologia hanno una dote in più rispetto all’uomo: sanno uscire dagli standard mantenendo una forte sensibilità.
Le donne scoprono nuovi abbinamenti, sono in grado di raccontare, attraverso accostamenti di vino e cibo, il proprio territorio. Un po’ come una mamma che conosce il proprio figlio nell’intimo e sa mostrarne l’animo, sempre.
Una donna non è solo tecnica, ma è emozione. Per questo, come dice il sommelier Gianluca Castellano, la donna sa “arrivare a toccare anche il cuore”.
Le donne, allora, servono il vino, ma lo producono anche. Le realtà vitivinicole gestite da ragazze o signore sono sempre di più, così come le nuove figure di accompagnatrice enoturistica, le creatrici di app per smartphone o pagine social di stampo enologico, fino, anche, alle donne che gestiscono le nuove enoteche online.
Donne e vino, però, non è un binomio che nasce recentemente: le donne del vino sono state tantissime ed hanno fatto la storia.
Voglio raccontarti solo, brevemente, la storia di Barbe Nicole Clicquot Ponsardin, l’inventrice dello Champagne moderno. La ragazza, ancora ventenne, sposò Francois Clicquot, gestore di una cantina fondata dal padre nel 1772. Qualche anno dopo, quando il marito si suicidò, Barbe Nicole decise di prendere la guida dell’impresa. Rischiò più volte la bancarotta, ma nel 1814 cominciò a contrabbandare in Russia 10.000 bottiglie di champagne, trasformando gli zar nei suoi più fedeli clienti.
La sua spregiudicatezza non finì qui, la donna, infatti, cambiò anche il sistema di produrre champagne introducendo la tecnica del dégorgement che prevedeva la conservazione delle bottiglie capovolte e la rimozione dei lieviti e del tappo provvisorio, rendendo limpido lo champagne. In sostanza Barbe Nicole Clicquot Ponsardin è l’inventrice dello champagne moderno.
Sul tema “Donne e vino” la prossima settimana troverai una intervista alla giornalista Cinzia Tosetti, socia dell’associazione nazionale Le donne del vino.
“Il vino prepara i cuori
e li rende più pronti
alla passione.”
Publio Ovidio Nasone, poeta latino (43 a.C. – 17 d.C.)
Laureata in Lettere e in Comunicazione e Culture dei media. Il primo viaggio l’ho fatto a 6 mesi. Il viaggio è l’unico modo che conosco per sentirmi realizzata. Cerco modi per risparmiare e nuovi itinerari al di fuori dalle rotte turistiche classiche. Tutto questo in compagnia di Stefano, mio compagno di viaggio e di vita.
2 Commenti