Eloisa e Abelardo: dal Medioevo con furore e amore
La storia d’amore (quello vero) di Eloisa e Abelardo
Febbraio per molti è il mese dell’amore, vista la presenza di San Valentino alla metà perfetta di questo mese di 28 giorni. Per me è il mese del rugby, ma questa è un’altra storia.
Pensando all’amore, ci sono tante donne che mi vengono in mente, persone capaci di essere fantasticamente donne, ma ce n’è solo una che mi preme ricordare: Eloisa. E chi è mai questa Eloisa? È una donna realmente esistita nella Francia del XII Secolo e fu protagonista di uno degli amori reali ed epistolari più famosi della storia.
Chi era Eloisa?
Siamo a Parigi e sono gli anni a cavallo tra il 1090 e l’inizio del 1100. La città era molto diversa da quella che vediamo ora e Nôtre-Dame era ancora solo un progetto. Al suo posto c’era un’altra chiesa, che oggi possiamo solo immaginare visto che non esiste più.
Siamo in un periodo non proprio felice per le donne di qualsiasi classe: se eri povera lavoravi fin da bambina, facevi figli a 14 anni e morivi a 40; se eri ricca ti andava un po’ meglio riguardo al lavoro, ma venivi trattata come merce di scambio per favori politici o commerciali, facevi sempre figli a 14 anni e probabilmente vivevi qualche anno in più perché mangiavi meglio delle donne povere. Le donne a quel tempo non avevano privilegio di voto o di decisione, tranne nel caso fossero direttamente regine per discendenza di sangue. E fin qui è tutto chiaro.
La nostra Eloisa è nata e cresciuta in una società così. A circa 11 anni venne affidata alle cure dello zio, che era un canonico e – grazie al cielo! – un uomo dalla mente molto aperta.
Lo zio la fece – udite, udite – studiare e la faceva partecipare alle cene e agli incontri con altre persone, perché Eloisa era una ragazza dal piglio culturale piuttosto forte. Parlava almeno 4 lingue e, quando lei aveva circa 15 anni, venne stabilito che fosse il tempo di farle apprendere anche quelle che comunemente venivano definite “arti liberali”: grammatica, retorica, filosofia, geometria e molto altro. Ciò era molto strano perché queste materie di studio erano riservate solo agli uomini. Per far sì che imparasse al meglio, lo zio di Eloisa affidò l’istruzione della ragazza al miglior studioso del tempo: il monaco bretone Abelardo.
Lettere di Abelardo ed Eloisa
La loro storia è tutta raccontata da loro stessi in un libro che è davvero un qualcosa che ti consiglio di leggere. Il libro si intitola Lettere di Abelardo ed Eloisa. Le edizioni che trovi in vendita sono in latino (perché è così che corrispondevano tra di loro) con testo a fronte in italiano. Man mano che procedi nel leggere la loro storia, noterai una cosa per me pazzesca: loro due si sono amati prima con la mente, poi con il cuore e con il corpo.
La loro unione fu anche carnale e questo fatto rappresenta un punto centrale della storia. Quello che leggerai nelle prossime righe è un piccolo spoiler, decidi tu se andare avanti: Eloisa resterà incinta e Abelardo subì la vendetta dello zio di lei (non ti dico come). Da quel momento in poi non si vedranno più. Lei si ritirerà in un convento di monache, lui tornerà nel chiostro e continuerà a studiare tutta la vita. Anzi, entrambi continueranno a studiare tutta la vita.
Il loro bambino si chiamerà Astrolabio e verrà dato in adozione ad una coppia umile e senza figli. Eloisa ne osserverà per anni la crescita dal monastero, di cui nel frattempo è diventata (seppur molto giovane) badessa. Abelardo, invece, va a vivere nel monastero di Cluny. Oltre alle lettere dirette tra i due, ci sono quelle dell’Abate che ospitò Abelardo, al quale toccò il triste compito di avvisare Eloisa della morte dell’amato. Lei fece portare le spoglie di Abelardo all’interno del monastero nel quale viveva. Quando la morte arrivò anche per lei, fu sepolta nello stesso loculo del suo Abelardo.
Una storia d’amore eterna
Questi due amanti così particolari furono i primi testimonial della storia. Nel 1800 divennero una vera e propria leva di marketing per il Père Lachaise, il famoso cimitero parigino che apriva i battenti in quegli anni e che aveva necessità di vendere loculi e lotti. Abelardo e Eloisa (o meglio la terra che li custodiva da 600 anni) vennero portati al Père Lachaise, dove venne ricostruito il loro monumento funebre, andato distrutto durante la Rivoluzione. Ancora oggi li trovate lì, assieme per l’eternità.
Dalla storia d’amore di queste due persone e dalla vita di Eloisa si comprende una cosa particolare e molto importante, almeno per me: si ama anche con la mente, soprattutto con la mente. Gli insegnamenti di Eloisa sono tanti. In primis ci dice che le donne possono davvero essere ciò che vogliono. In secondo luogo, ci dice che non ci sono amori impossibili. Infine sottolinea quanto l’affinità elettiva della mente possa essere più forte di frasi dolci e cuoricini disegnati qua e là. Ecco perché, per me, Eloisa è un vero simbolo d’amore ed è molto più moderna di tante donne dei nostri tempi.