Giardinaggio ‘for dummies’: ecco le 3 piante per chi ha il pollice nero
3 piante facili da curare per chi ha il pollice nero
No, non mi è rimasto chiuso nella porta, ma semplicemente non sono in grado di far sopravvivere una pianta in casa mia o sul mio terrazzo. Ho il pollice nero.
Non è facile ammetterlo in pubblico. Non è facile il sorriso di circostanza quando ti regalano un vasetto, un bulbo da piantare, una piantina grassa da coccolare. Tu sai già che il suo destino è segnato e in cuor tuo ne piangi. Semplicemente taci, quando le tue amiche mostrano le foto di quel bulbo che ha germogliato e ora sta meravigliosamente fiorendo.
Con me nulla sopravvive. L’ultima Stella di Natale che incautamente mi fu regalata non sopravvisse al 26 dicembre. Del bulbo di cui sopra hai già intuito. A mia discolpa posso dire però che il trasloco quando ho cambiato casa non è stata una esperienza favorevole alle circostanze. Mi muore persino il rosmarino. Il rosmarino, capito? Quella pianta aromatica che in natura nasce su terreni rocciosi e sopravvive in condizioni di scarsa piovosità, esposto al vento e alle intemperie.
L’ultima volta che ho acquistato una piantina di basilico sono stata in dubbio per interminabili minuti: la compro? E se mi muore? Non ne facevo una questione di soldi buttati, per me era piuttosto un problema etico: se la compravo la condannavo a morte. Devo ammettere che, nonostante tutto, quel basilico è sopravvissuto per più tempo del previsto.
So di non essere sola su questa terra, ma lo sconforto ugualmente mi assale. Proprio per trovare un rimedio, nella speranza di aiutare altre donne che come me hanno il pollice nero, ho chiesto aiuto a una persona che il pollice lo ha verde, anzi verdissimo: mia madre.
Le ho chiesto poche, semplici regolette per riuscire a diventare la migliore amica delle sventurate piante. Le ho chiesto delle regole per piante a misura di pollice nero, piante che hanno bisogno davvero di poche attenzioni, come gerani, ciclamini e piante grasse. Le regole base che mi ha dato si adattano a tutte le varietà.
Le ho chiesto come coltivare queste piante e lei mi ha risposto mentre annaffiava le sue piante grasse, raccoglieva i limoni, toglieva qualche foglia secca da una pianta di rosa. Che era in fiore, naturalmente.
Gerani
Il geranio è la pianta ornamentale più diffusa al mondo. Non esiste giardino, terrazzo o balcone che non ne accolga almeno una in vaso. In particolare i gerani che noi acquistiamo appartengono al genere pelargonium e si distinguono in gerani zonali, quelli ricadenti con foglie spigolose; gerani edera, con le foglie pelose e tondeggianti e col portamento eretto; gerani a grandi fiori e gerani ibridi.
Vediamo come comportarci subito dopo l’acquisto.
Il rinvaso. A seconda della dimensione del vaso nel quale ci viene venduto, il geranio va rinvasato. Questo perché se la pianta cresce in un vaso troppo piccolo naturalmente soffoca da sola per le troppe radici in uno spazio ristretto. Se il vaso ha un diametro dai 12 cm in su si può aspettare un po’ di tempo. Il rinvaso è l’operazione che forse spaventa di più, perché comporta la scelta del terriccio giusto e una certa delicatezza nel maneggiare il pane di terra cui sono avvinte le radici.
Per i gerani il rinvaso va fatto a marzo, quando la pianta comincia a mettere fuori i primi germogli. Il terriccio migliore dev’essere soffice, ben sminuzzato e ricco di sostanze organiche: la ricetta prevede 1/3 di foglie decomposte, 1/3 di stallatico e 1/3 di terriccio arricchito con concime complesso ternario.
Esposizione. I gerani amano il sole e le temperature calde, infatti sotto i 2° C soffrono.
Acqua. Se non sono esposti al sole, in inverno, fino a febbraio, non bisogna bagnarli perché le radici rischiano di gelare.
Concime. i gerani vanno concimati da maggio ad agosto con un concime ternario.
“Sì, mamma, ma cos’è il concime ternario?”
“È un concime che contiene i 3 elementi fondamentali: azoto, fosforo e potassio.”

Ciclamini
Violacei, fucsia, bianchi. I ciclamini sono tra i fiori più diffusi sui nostri balconi e crescono spontanei anche in natura. Non hai mai incontrato nelle tue passeggiate nei boschi o in montagna piccolissime chiazze di colore rosa carico che spuntano tra le foglie secche e le radici degli alberi?
Semina. Basta spargere sul terreno i semi e coprirli con terriccio acido. Il ciclamino produce sotto terra un tubero, che serve alla pianta per nutrirsi. Per riprodursi, invece, il fiore produce un frutto a forma di capsula che contiene i semi. Questo frutto è portato da un peduncolo che si avvicina al terreno consentendo in natura la riproduzione.
Esposizione. I ciclamini crescono bene in terreni drenati, ricchi di sostanza organica e all’ombra.
Dopo la fioritura. La pianta dev’essere lasciata andare “in riposo” diminuendo gradualmente le annaffiature fino a cessarle del tutto. Le foglie non devono essere tagliate, ma quando il peduncolo si appassisce deve essere asportato con uno strappo deciso, tenendo ben ferma la pianta (mi raccomando!). A questo punto rimane solo il tubero che a partire da agosto/settembre dovrà essere nuovamente bagnato e che riprenderà a vegetare.
Rinvaso. È necessario se il tubero cresce. A questo punto bisogna svasare il tubero e riposizionarlo in un vaso più grande, rinnovando parzialmente il terriccio. Questa operazione va fatta in estate.
Cactacee
Le cactacee sono una famiglia di piante con caratteristiche molto particolari. La maggior parte di essa ha fusto cilindrico o sferico e costolature verticali su tutto il corpo. Altre hanno invece i fusti forniti di tubercoli disposti a spirale sui fusti delle piante.
Le cactacee nella stragrande maggioranza dei casi hanno le spine, tuttavia alcune cactacee ne sono prive. Le spine sono robuste e pungenti in alcune specie, setose o pelose in altre. La casistica è molto ampia.
Coltivazione. Hanno bisogno di terreno fertile e ben drenato, temperature alte nel periodo invernale e di un periodo di riposo asciutto. È assolutamente vietato bagnarle in inverno e, se sono all’aperto, bisogna proteggerle dalla pioggia e dal gelo.
Fiori e frutti. Tutte le piante grasse fioriscono, ma le piante che in natura raggiungono grosse dimensioni, come la “sedia di suocera” o gli alti cereus, per fiorire hanno bisogno di grossi spazi, ovvero di essere piantate direttamente in terra. Alcune piante producono ottimi frutti commestibili. Il più famoso è il fico d’India, ma anche il cereus e il mirtillocactus.
Riproduzione e rinvaso. Può avvenire per seme oppure per talea. Nel caso della talea, essa va fatta asciugare bene per diversi giorni, poi va interrata, ma non bagnata per diversi giorni, onde evitare che marcisca. Stessa cosa avviene per il rinvaso: la pianta deve avere la terra asciutta e non va bagnata per diversi giorni.
Ho riassunto le risposte in una infografica, che per me è già un utile prontuario che ho stampato e appeso alla mia lavagnetta insieme a tutti i vari promemoria. Anzi, perché non lo stampi anche tu, se hai il pollice nero come me? Scaricala ora!